Soluzioni Avanzate per il Corretto Posizionamento degli Impianti Dentali

Il corretto posizionamento degli impianti dentali viene spesso impedito dalla scarsa disponibilità di osso disponibile: questo a causa del riassorbimento (o atrofia) che si realizza tipicamente nel paziente edentulo, o nel paziente sottoposto ad asportazione di neoformazioni delle ossa mascellari. Le tecniche di rigenerazione ossea che utilizzo possono abbattere questi limiti permettendo riabilitazioni implantosupportate anche in questa categoria di pazienti.

Le soluzioni rigenerative che adotto sono il sinus lift o grande rialzo di seno mascellare, gli innesti ossei in blocco ad onlay, rigenerazioni GBR con bone chips mediante membrane rigide e tecniche di split crest. Esclusivamente per la mandibola, in casi selezionati sono possibili tecniche di osteodistrazione, lateralizzazione del nervo alveolare e innesti di interposizione a sandwich.

Il materiale da innesto utilizzato di routine è l’osso autologo, ovvero l’osso del paziente stesso prelevato da sedi intraorali (mascellare, ramo mandibolare, mento) o extraorali (ala iliaca, costa, osso parietale o calvaria). Questo rappresenta ad oggi il gold standard ovvero il materiale che nel lungo termine garantisce le migliori percentuali di successo. Ad esso si possono associare percentuali variabili di biomateriale, ovvero materiale osseo di origine animale opportunamente trattato. L’osso autologo può essere facilmente prelevato ambulatorialmente in anestesia locale dal ramo mandibolare, dal mento o da porzioni del mascellare con minimo disconfort per il paziente. Grazie alle moderne strumentazioni come piezosurgery e taglienti rotanti dedicati i tempi operatori sono contenuti con decorso post operatorio ben tollerabile. E’ possibile avvalersi dell’assistenza anestesiologica per rendere l’esperienza meno stressante mediante sedazione ed analgesia endovenosa. Il sito di prelievo osseo extraorale scelto nella maggioranza dei casi è l’ala iliaca. Questo sito, a fronte di circa una settimana di deambulazione con ausilio di stampella e una cicatrice di circa 7 cm in corrispondenza dell’elastico dello slip, mette a disposizione una quantità di osso che consente di ricostruire qualunque situazione di atrofia. Generalmente è possibile posizionare gli impianti dentali contestualmente all’intervento rigenerativo. Laddove questo non sia possibile per insufficienza di stabilità primaria, gli impianti si inserisco nell’osso rigenerato dopo un tempo di guarigione di circa 3/4 mesi, periodo in cui il paziente può applicare una protesi rimovibile opportunamente conformata.

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Dr. Francesco Giovacchini chirurgo maxillo-facciale